martedì 16 febbraio 2016

E allora LUI creo' l'OPERA ONMI affichè nè mamme nè bimbi fossero lasciati soli...
E allora LUI creò l'INFAIL affinchè i lavoratori venissero tutelati in caso di infortuni sul lavoro.

E allora LUI creò l'INFPS affinchè gli anziani avessero un futuro decoroso
E allora LUI creò il TFR affinchè il lavoratore avesse un'indennità proporzionata agli anni di servizio svolti.
E allora LUI creò le 8 ore giornalieri di lavoro, affinchè il lavoratore non fosse più sfruttato.
E allora LUI creò le ferie pagate, affinchè il lavoratore avesse il giusto riposo.
E ALLORA LUI CREO' LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ, AFFINCHÈ ALLA MORTE DI UNO DEI CONIUGI. L'ALTRO AVESSE UNA FONTE DI REDDITO PER VIVERE DIGNITOSAMENTE
E allora LUI creò la buona scuola, affinchè tutti gli studenti avessero aule dignitose, pulite,luminose.
E allora LUI creo' le colonie, affinchè i bambini e ragazzi delle famiglie meno agiate potessero godere di un periodo di attività fisica e ludica.
E allora LUI bonificò paludi, creò città,offrì terre agli Italiani, affinchè non dovessero più emigrare per un futuro migliore.
E allora LUI creò l'organo commerciale della Federazione provinciale degli agricoltori, affinchè gli stessi potessero avere un credito agrario senza interessi nei confronti degli acquisti di sementi, concimi, macchine agricole, bestiame e tutto ciò che era necessario all'attività produttiva agricola: in modo da abbattere l'usura bancaria e la speculazione realizzata dai grandi distributori privati.
E allora LUI creo' l'ENFPA, affinchè si provvedesse alla protezione degli animali e alla tutela della natura e dell'ambiente.
..................................
Poi venne la libertà, la democrazia, così oggi finalmente non abbiamo più il "dittatore" e siamo liberi, liberi, liberi......liberi di buttare i neonati nel cesso e di abbandonare i vecchi, i deboli, gli indifesi per strada...



Il Governo vuole far cassa sulla pelle delle vedove, andando a toccare anche lapensione di reversibilità.
È questo l'allarme lanciato dal segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti che, sulle colonne dell'Huffington Post
denuncia l'arrivo di un disegno di legge delega del Governo alla commissione lavoro della Camera,
contenente un punto molto controverso che andrebbe ad incidere appunto sul diritto
alla pensione di reversibilità.
Spiegato con parole semplici, secondo il ddl le reversibilità saranno considerate prestazioni assistenziali 
e non più previdenziali.
Ciò significa letteralmente che l'accesso alla pensione di reversibilità sarà legato all'Isee e quindi al reddito
familiare, andando a ridurre inevitabilmente il numero delle persone che continueranno a veder garantito
questo diritto.
Com'è noto, infatti, l'asticella dell'Isee è molto bassa (fissata spesso a redditi da fame) e per superarla,
facendo saltare tutti i benefici, basta poco.
Per fare un esempio, è sufficiente che una donna anziana viva ancora con suo figlio che percepisce
anche un piccolo reddito da lavoro per far saltare il diritto o che la stessa donna decida di condividere
la casa con un'amica (magari vedova titolare di pensione) per rendere meno grama la vecchiaia per perdere
la reversibilità. A contribuire all'Isee è anche la casa: la vedova che vive nella dimora coniugale rimarrebbe così con la casa ma senza alcun reddito.
Ad essere colpite, com'è evidente, saranno soprattutto le donne, principali beneficiarie della prestazione in quanto aventi un'età media più alta rispetto agli uomini. Donne che sarebbero – afferma Pedretti "doppiamente colpite" perché oggi hanno una pensione media inferiore a quella degli uomini e che "in futuro rischiano di impoverirsi ulteriormente".
Sinora per loro la reversibilità costituiva una piccola certezza su cui contare.
Sinora appunto. Perché se dovesse passare così com'è il ddl andrebbe a demolire un diritto individuale
che diventerebbe inaccessibile per centinaia di migliaia di soggetti.


"Questo non è solo profondamente ingiusto – prosegue Pedretti - ma è anche tecnicamente improprio e 
rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico. La pensione di reversibilità infatti è una prestazione 
previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati. Che in molti casi quindi sparirebbero 
nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato".
In parole povere, una sorta di "rapina legalizzata" ai danni degli italiani che si augura possa essere oggetto 
di ripensamento nella discussione che si aprirà a breve in commissione lavoro.
Intanto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato al Governo una lettera per sollecitare un tavolo di 

mercoledì 25 giugno 2014

CARO COMPAGNO

CARO COMPAGNO
 Nel 1936, dopo la conquista dell’Impero,non eravamo poi così male agli occhi dei tuoi dirigenti! Addirittura il programma Fascista del 1919 volevano adottare! E non si proponevano di abbattere il Fascismo, considerando addirittura i sindacati Fascisti come strumenti di lotta operaia contro i padroni! Chissà quando è che i tuoi compagni hanno scoperto che il Fascismo era solo violenza, che fu il braccio armato di borghesi e padroni, che privava il popolo della libertà. Fino al 1936 (dopo 14 anni di “dittatura Fascista, compagno, è bene ricordarlo) parevano non pensarla così. Avrà influito il fatto che l’appello rimase inascoltato dai Fascisti? Avrà influito il fatto che dopo il periodo delle vittorie cominciò quello dei sacrifici e delle sconfitte? Tutto può essere, caro compagno tutto, tranne il fatto che i tuoi compagni raccontino le cose per quello che sono e che furono! Anche nel breve periodo della RSI, mentre i Fascisti si sforzavano di favorire le classi lavoratrici, i tuoi compagni erano schierati con i “liberatori”, curiosamente alleati degli stessi “padroni” che questi compagni dicevano di combattere Fascisti Repubblicani che creavano la cogestione e la socializzazione delle imprese, e comunisti italiani alleati delle famiglie padronali (una fra tutte: gli Agnelli), poiché entrambi sabotavano lo sforzo Fascista per favorire l’invasione della Patria da parte degli “alleati”.Credi a noi Compagno, ti hanno preso per il deretano per decenni, e tu li hai accontentati, aiutandoli a prendersi il potere, ad uccidere quanti, come noi, potevano sbugiardarli ed inchiodarli alle loro responsabilità. Ti hanno fatto diventare “partigiano” per difendere i loro interessi e le loro trame con Mosca, gli USA e gli industriali italiani. Ti hanno convinto a continuare ad uccidere anche dopo la guerra, fino agli anni 50 almeno, per paura che qualcuno potesse un giorno tornare per smascherarli e dare a loro quello che meritavano. E ti hanno educato all’odio per quelli come noi sempre per lo stesso motivo: il sacro terrore di doverla un giorno pagare. Negli anni 70 hanno trovato una generazione facilmente malleabile, e l’hanno mandata in piazza a scannarsi con altri giovani come loro, “colpevoli” di conoscere la verità e tu compagno hai sfondato il cranio a colpi di chiave inglese a sedicenni come Sergio Ramelli, hai bruciato vivi i fratelli Mattei nel rogo di Primavalle a Roma, perché ti avevano detto che uccidere i Fascisti (ed i loro figli, in questo caso) non era reato, hai “sprangato e spesso ammazzato dietro loro ordine ed incitamento, mentre loro si godevano le prebende parlamentari. Non è ora di aprire gli occhi, compagno? I documenti ci sono tutti, basta sapere cercare e sapere  leggere … Un ultimo esempio prima di salutarti? La prossima volta che qualche vecchio assassino ti inviterà a celebrare il suo 25 aprile, o la prossima volta che qualcuno di loro ti parlerà degli “eroi” partigiani “trucidati” dai Fascisti, sbattigli sotto il grugno una copia della Sentenza del Tribunale Supremo Militare del 26 aprile 1954… In essa, senza ombra di dubbio, troverai scritto che i militari della RSI erano legittimi combattenti belligeranti a tutti gli effetti, nonché rappresentanti di uno Stato riconosciuto ed operante … e troverai scritto anche che i cosiddetti “partigiani” non avevano alcun titolo legale per essere definiti “belligeranti”… In altre parole, militari legittimi contro banditi in borghese che sparavano a tradimento. Questo è scritto in una Sentenza di un Tribunale della Repubblica Italiana, scritta ben 9 anni dopo la caduta del Fascismo. Come dici compagno? Non ne avevi mai sentito parlare? Al partito non te lo avevano mai detto?
Lo so compagno, lo so …
Seg. Naz.MFL-PSN

Carlo Gariglio

venerdì 21 dicembre 2012

Pescara, manifesti 'abusivi': Fascismo e Libertà querela il sindaco Mascia

manifestofascismopescaraPescara. Era stato sollevato dal Pd il caso dei manifesti con fasci littori e messaggi fascisti affissi in piazza Duca, con la conseguente censura da parte del sindaco che li aveva additati come abusivi. E invece il movimento Fascismo e Libertà querela Albore Mascia: “Sono stati regolarmente pagati e autorizzati”.
Una decina i manifesti affissi nei pressi di piazza Duca, tra il 6 e il 7 dicembre scorsi, riportanti simboli e messaggi inneggianti al fascismo. Un episodio che aveva sdegnato il segretario cittadino e il consigliere comunale del Pd Casciano e Blasioli, che si erano rivolti al sindaco Mascia  chiedendogli “Come è potuto accadere che gli uffici comunali non controllano quello che autorizzano o ritengono forse legittima la propaganda fascista?”.
E il primo cittadino aveva prontamente risposto che i manifesti erano stati affissi abusivamente e ordinando la censura mediante copertura con altri manifesti bianchi.
A smentirlo, però, c’è la querela sporta alla polizia dalla lancianese Katia De Ritis, federale per l’Abruzzo del movimento Fascismo e Libertà: “Intendo precisare che in data 28 novembre 2011”, riferisce la donna nel verbale della denuncia, “è stata presentata regolare richiesta per l’affissione di 30 manifesti, pagando all’Aipa (l’agenzia che gestisce le affissioni per il comune di Pescara Ndc.) 36 euro per dieci giorni”. Il movimento affiliato al partito socialista nazionale, quindi, rigetta le accuse si abusivismo: “Il 29 novembre i manifesti sono stati affissi con regolare timbro dell’Aipa”, sostiene ancora De Ritis, che querela Mascia per diffamazione a mezzo stampa. Il movimento, infine, chiede che “in caso in cui i manifesti siano stati coperti o rimossi, vengano nuovamente affissi per la durata di dieci giorni come da contratto”.

TANTO VA LA GATTA AL LARDO CHE CI LASCIA LO ZAMPINO

Mascia querelato da Fascismo e Libertà


Pescara – (di Stefano Leone) – ACCUSATO IN MERITO ALL’ABUSIVITA’ DEI MANIFESTI – Decisamente un avvicinamento alle feste di Natale molto poco “natalizie” per il Sindaco di Pescara Luigi Arbore Mascia. Non bastano i grattacapi che ha già in seno al suo Consiglio comunale con una Giunta ridotta con le spalle al muro che un’altra tegola arriva sulla sua testa. Più che una tegola sulla sua testa è una querela sulla scrivania di un un Ufficiale e un Agente di P.G. del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Lanciano dove, Katia De Ritis, Federale Regione Abruzzo del Movimento Fascismo e Libertà, ha depositato una querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti, appunto, del Sindaco di Pescara. La querela in questione è stata depositata il 15 dicembre scorso e riguarda l’episodio dei manifesti che apparirono affissi a Pescara, nei primi giorni del mese, e che suscitarono qualche perplessità e la reazione di qualche Consigliere. Fu proprio il caso del Consigliere del PD Antonio Blasioli: che ci ribadisce:
“Chiesi al Sindaco come era possibile che il Comune autorizzasse l’affissione di simili manifesti in città dal momento che i manifesti stessi avevano il timbro dell’ufficio affissioni del Comune. A tal proposito feci la foto ad uno dei manifesti affisso in P.zza Duca. Il Sindaco mi rispose che il Comune non aveva responsabilità in quanto i manifesti erano abusivi”.
E, proprio sulle dichiarazioni del Sindaco, che Katia De Ritis fonda le sue ragioni per la querela.
- De Ritis cos’è che ha fatto così tanto arrabbiare nelle dichiarazioni del Sindaco di Pescara?
“Il fatto di aver tacciato di un gesto abusivista il nostro Movimento; noi non vogliamo fare nessuna apologia ne, men che meno, creare chissà quale dissidi, desideriamo solo esprimere il nostro pensiero in un momento del nostro paese e della nostra Regione particolarmente difficile.
-Ma se un Sindaco afferma una cosa del genere sull’affissione dei vostri manifesti avrà anche le sue fonti oppure no?
“Io non so quali fonti abbia il Sindaco, immagino che conosca i canali ai quali chiedere lumi; se poi i suoi collaboratori oppure chi è preposto nel caso specifico dei manifesti, non gli dice le cose come stanno io non posso farci nulla. Certo è che non deve permettersi di affermare cose inesatte”.
-Ma voi avete ottemperato alla prassi vigente per le affissioni?
“Certo che si! Sul manifesto c’è impresso il timbro dell’ufficio preposto. La richiesta è stata fatta da un nostro iscritto di Pescara, (abbiamo il nome ma non lo pubblichiamo Ndr), che ha riempito il modulo, ha fatto il versamento di 36 euro per 30 manifesti da tenere affissi per 10 giorni”.
-Cosa vi attendete ora?
“Intanto che il Sindaco faccia una smentita pubblica così come parimenti ha detto che i manifesti erano abusivi, poi vedremo il seguito che i nostri legali stanno vagliando”.

19 Dicembre 2012